British

Il British: un autentico gigante buono

a cura di Luciana Bornheber

Il British discende dal gatto comune domestico, come gran parte degli europei a pelo corto.
Si narra che Romani lo introdussero in Gran Bretagna e in Scozia 2000 anni fa per proteggere le provviste di cibo dai topi e attraverso una selezione naturale si è poi sviluppato, diventando un gatto dalla struttura forte e robusta.
Nella seconda metà dell’ 800 Harrison Weir, decise di selezionarne la razza, che presentò per la prima volta nel 1871 all’esposizione felina del Crystal Palace di Londra.
Ma il crescente successo  di queste manifestazioni, con la presentazione di razze esotiche e rare, produsse un calo di interesse verso un tipo di gatto tanto conosciuto e non insolito.
Le successive vicende belliche poi, portarono quasi all’estinzione questo bellissimo animale, di cui ne sopravvissero pochi esemplari.
Solo negli anni ’50 alcuni allevatori si dedicarono alla rinascita della razza e, per irrobustirla e restituirla al suo aspetto originale, la incrociarono con quella persiana. Il colore inizialmente più diffuso fu il blu e per questo motivo i British sono stati per lungo tempo confusi con i Certosini, anche se le caratteristiche del genotipo di queste due razze sono decisamente differenti. Poi nel 1977, con il consolidamento della morfologia del gatto britannico, il Certosino ed il British riacquistarono finalmente la propria identità.
Il British è un gatto di taglia medio-grande e dal corpo massiccio ( il maschio pesa mediamente tra 5 e 6 kg.), che assomiglia ad un orsetto di peluche!
La testa è grande, di forma rotonda, imponente e con cranio largo. Le orecchie sono abbastanza piccole, ben distanziate e leggermente arrotondate sulla punta. Il naso è corto, largo, diritto, con una leggera depressione, assolutamente non marcata come lo stop degli esotici. Il mento è deciso. Gli occhi grandi, rotondi e ben distanziati, sono di un colore che può andare dall’arancio, al dorato, al rame. Il collo è massiccio e corto.
Le spalle sono ampie, il petto arrotondato e ben sviluppato. Le zampe sono corte e robuste, con piedi rotondi e saldi.
La coda, non lunga, è grossa e folta con la punta leggermente arrotondata.
Il mantello, ricco di sottopelo, è corto, fitto e sostenuto. E’ molto piacevole al tatto, anche se non eccessivamente morbido, ma “crisp”. Non ha bisogno di cure particolari, è sufficiente un’energica spazzolata, anche contropelo, un paio di volte alla settimana. Il colore del pelo deve essere uniforme dalla punta alla radice, eccetto per le varietà “tabby” e “silver”. Sono riconosciuti tutti i colori.
Leggendo le caratteristiche fisiche di questo gatto, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un gatto “guerriero”, ad un lottatore tenace ed aggressivo, ma non è così. Il suo carattere infatti non rispecchia assolutamente la sua immagine. Noi spesso siamo portati, in tutti i campi, ad associare una razza all’aspetto esteriore, ma questo, secondo me, è un’abitudine non corretta e superficiale, propria dei nostri giorni, che nella scelta, per esempio, di un animale con cui condividere la propria vita, può essere molto grave e pericolosa (soprattutto per l’animale). Ci sono persone, per esempio, che sono colpite dall’aspetto magnifico dell’Husky e magari lo prendono in casa per avere un cane da guardia. Poi si arrabbiano con lui, sono delusi, perché il “loro” invece di abbaiare, scodinzola a tutti gli estranei. Certo l’Husky non è e non sarà mai un cane da guardia, non è nella sua indole. Ovviamente anche per i gatti è così: ci sono persone che si lamentano perché il loro Persiano è indolente, pigro e “non si muove mai”, ma è il suo carattere, come l’Abissino e il Van Turco, al contrario, sono molto esuberanti.
Perciò, a mio avviso, più dell’aspetto esteriore, che naturalmente deve piacere, è importante il carattere che, indicativamente, è proprio di ogni razza. Non creiamoci dei disagi, ma soprattutto non facciamo del male a dei poveri animali innocenti ed indifesi. Non prendiamo un Sacro di Birmania o un Orientale per lasciarlo solo tutto il giorno oppure un Main Coon  costretto a vivere in un mini-appartamento, ne soffrirebbero moltissimo, e così via…..
Ma torniamo a parlare del carattere del British, che può essere definito come il gigante buono delle favole.
E’ un gatto tranquillo, flemmatico, riflessivo, socievole, ma riservato e discreto: un vero lord inglese di nome e di fatto. Miagola molto raramente, non graffia, al massimo mordicchia per giocare, facendo attenzione a non superare i limiti.
E’ indipendente, molto fiero e …. permaloso ( se ridete per qualche sua brutta figura – magari mentre dormiva sul bracciolo del divano, si è girato ed ha preso una “salamata” per terra-, si offende ed è capace di allontanarsi e di tenervi il muso per un po’). Non ama stare in braccio e a volte sembra sfuggire alle vostre carezze, ma sicuramente sarà sempre dietro alla porta di casa ad aspettare il vostro rientro. E’ affettuosissimo, dolce, estremamente legato alla famiglia di cui si sente un componente, ma alla pari. Spesso alla sera può non mangiare fino a quando non siete tutti a tavola, allora inizia anche lui, insieme a voi, ed ogni tanto sembra che vi guardi perplesso e che stia pensando: “ma perché voi mangiate su un ripiano alto ed io per terra, per conto mio? Che strano, non capisco!”  Gli piace stare in compagnia e segue i padroni in ogni stanza sistemandosi spesso in posizioni da cui possa tenere tutti sotto controllo. Al contrario di ciò che si racconta sui gatti, è più legato ai padroni che alla casa. Si adatta quindi bene ai cambiamenti e agli spostamenti in genere. Anzi la scoperta di nuovi ambienti è un’occasione per esplorare posti diversi con la curiosità innata che lo contraddistingue. E’ ben disposto anche verso gli estranei, che accoglie come una piacevole novità e a socializzare con altri animali. Molto paziente con i bambini, se proprio non li sopporta più, piuttosto che far loro del male, si nasconde in qualche angolino in cui può stare un po’ tranquillo.
Provvede personalmente alla sua pulizia e non è assolutamente necessario “tormentarlo” con inutili e superflui “bagnetti”. Fa da sé!
E’ un gatto di buon appetito, ama mangiare e, non essendo un abitudinario, gli piace variare, anche se ha le sue preferenze, come tutte le creature di questo mondo!
Il suo sviluppo è piuttosto lento e termina definitivamente verso i  3, 4 anni. Il maschio può riprodursi verso i 10 mesi, la femmina può andare in calore già a 6, ma naturalmente è buona norma non farla accoppiare prima dell’anno di età. La gestazione dura 65 gg. e  le cucciolate sono solitamente di 3, 5 gattini.
Il British ha l’istinto innato del cacciatore, che in appartamento “sfoga” sui rari insetti che gli capitano a tiro. Alla vista di un moscerino o di una mosca si “entusiasma” ed inizia ad avvicinarsi circospetto emettendo un caratteristico suono d’allarme, fino a piombare sulla preda, a dire la verità con risultati non sempre eccellenti; ma se un uccello si posa su un davanzale o volteggia davanti ad una finestra se ne accorge immediatamente e accorre in osservazione.
La passione per la caccia traspare anche dai giochi: ama nascondersi nella penombra ed essere cercato, scappare e nascondersi di nuovo, farsi inseguire ed inseguire a sua volta, fare gli agguati e la lotta, correre dietro a palline, piccoli oggetti, cordini e….va matto per le piume!!!

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