Certosino

Il Gatto Certosino: la forza della tranquillità

a cura di Annamaria Dogliotti

Quando si parla del gatto Certosino storia e leggenda si intrecciano e si confondono, facendo intravedere lontani scenari dove cavalieri dalle lucenti armature erano impegnati non solo nella difesa del Santo Sepolcro, o nella salvaguardia del Sacro Graal, ma forse anche in quella di questo splendido felino.
Un gatto dove la rustica ed essenziale bellezza ,ed il temperamento di grande dignità e riservatezza, conferiscono un fascino misterioso, quasi magico.
Un gatto dunque antico che, da quei lontani scenari, approderà definitivamente in Francia dove acquisterà nazionalità e fama, diventandone un simbolo famoso quanto la Marianne o la Tour Eiffel.
In Italia il Certosino ha avuto un grande rilancio negli anni “80 quando un valente pittore bolognese di fama internazionale, Giorgio Tonelli, diede inizio con due splendidi esemplari d’oltralpe, Cerven de Labelrousse e Coral de Labelrousse, al primo allevamento italiano, per il quale scelse un nome magico e misterioso, come l’atmosfera che aleggia nei suoi quadri e negli occhi dei certosini: “dei Rosacroce”, attraverso il quale avviò una grande selezione della razza che, negli anni ‘60, era stata purtroppo inquinata da ripetute ibridazioni con i British Blue e che, in Francia, era già stata iniziata da parecchi anni da Jean Simonnet.
Ma che tipo è il Certosino?
E’ un gatto molto robusto (taglia medio-grande, peso:3-8 kg), di una bellezza discreta, misteriosa ed intensa, un gatto che si muove silenzioso, con sinuosi ed agili movimenti che denotano la sua magistrale qualità di cacciatore.
I grandi occhi color ambra (sono ammesse tonalità dall’oro al rame intenso; no occhi verdi) brillano come stelle sul blu della corta pelliccia che ha la particolarità, pur rimanendo fitta e vaporosa, di aprirsi al minimo movimento, in un armonioso motivo di onde.
Il manto, di cui si riconoscono tutte le sfumature del blu, dal blu-grigio chiaro al blu-grigio antracite, con preferenza per le tonalità più chiare, ricorda molto la pelliccia delle lontra.
La sua bocca, con gli angoli rivolti all’insù, è perennemente atteggiata al sorriso, un sorriso che ricorda quello enigmatico della “Gioconda”. E’ un gatto che non ama le smancerie, che non accetta di essere costretto tra le braccia o in grembo a chicchessia, quelle coccole per le quali sarà lui a scegliere il momento con mosse graziose e discrete e tante fusa.
Non è mai aggressivo, non è invadente, non è miagoloso, non è ladro; ha un ottimo equilibrio, un carattere dolce e pacato ed è quindi un compagno davvero ideale!
Il maschio, la cui principale caratteristica è costituita dalle grandi guance (bajoues) che conferiscono alla testa la tipica forma a trapezio, è possente e muscoloso; la femmina è decisamente più piccola, ma molto elegante nelle forme e nelle movenze, ha comunque una solida struttura che le consente, ad esempio, di partorire con facilità, senza l’aiuto del veterinario, come accade invece per molte altre razze feline.
In questa razza la mortalità neonatale è quasi inesistente ed i cuccioli, il cui peso alla nascita varia da 90 a 130 grammi, possono presentare nelle prime setimane di vita gli occhi di colore grigio blu ed una marcatura tabby della pelliccia, sono le cosiddette “marche fantasma” o “ghost tabby”, che inizieranno ad attenuarsi verso i 5/6 mesi per poi scomparire definitivamente tra il primo ed il secondo anno di età.
Per essere mantenuto esteticamente in forma il Certosino non ha bisogno di grandi cure. Basterà abituarlo fin da piccolo ad essere spazzolato una o due volte alla settimana, dopo averlo prima pettinato, anche contropelo, con un pettine a denti larghi; poche passate con il pettine ed altrettante con la spazzola ed anche se, specie nei mesi caldi, la muta è abbondante, vista la consistenza del mantello ricco di sottopelo, la sua pelliccia risulterà perfetta.
Nella nostra Regione i certosini sono oramai presenti su tutto il territorio ed alcuni di loro hanno conosciuto la gloria del Best Assoluto e raggiunto notevole fama sia in Italia che all’estero, dove i loro discendenti sono ricercati ed apprezzati.

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