Ragdoll

Radgoll:Il gigante buono

a cura di Annamaria Dogliotti

Capita sempre più spesso che mi vengano poste domande su questa razza, non solo da soci della nostra Sezione, ma anche da parte di chi mi telefona per avere notizie circa la reperibilità di un cucciolo . La maggior parte di queste persone però, non ne conosce neppure il nome e chiede, semplicemente, se è vero che esiste un gatto morbidissimo, che si abbandona mollemente e voluttuosamente quando lo si prende in braccio , che viene definito“ bambola di pezza” e se è possibile trovarlo qui, in Liguria.
Perciò ho pensato che sul nostro giornalino non poteva proprio mancare un articolo sul Ragdoll.
Mi sarebbe piaciuto iniziare questa storia, decisamente affascinante come una fiaba, con:
“ C’era una volte una gatta bianca di nome Josephine……”, ma non posso, perchè era solo, si fa per dire, il 1959, quindi inizierò così:
Nella lontana California, in un paesino chiamato Riverside, viveva una certa Signora Pennel che aveva una gatta bianca, a pelo semilungo, di nome Josephine, che somigliava vagamente ad un Angora Turco e che si distingueva per il carattere scorbutico che era riuscita a trasmettere a tutti i suoi cuccioli avuti in diverse cucciolate e da padri diversi.Un giorno Josephine, che era anche alquanto girondolona, fu investita da una macchina e da quell’incidente, in seguito al quale fu ricoverata per parecchi giorni in una Clinica Veterinaria, ne uscì con qualche ossa rotta e con un occhio in meno. Rimessasi grazie alle cure amorevoli della Signora Pennel, iniziò una nuova storia d’amore con un gatto, che si presume fosse Birmano, che probabilmente l’affascinò con la sua splendida guantatura.Da quell’unione nacquero tre gattini, due maschi: Daddy Warbucks e Buckwheat ed una femmina: Reggedy Ann Fugianna.
La Signora Pennel si accorse subito che quei tre gattini avevano qualcosa di diverso dal solito. Tanto per cominciare erano di una taglia forte, decisamente superiore alla media, il pelo, semilungo e serico si pettinava con la massima facilità, senza quasi fare nodi e persino il modo di miagolare non assomigliava a nessun altro miagolio…pareva quasi il gorgheggio di un usignolo. Ma ciò che lasciò veramente di stucco la Signora Pennel, fu il carattere dolcissimo, così diverso da quello della madre e dei fratelli maggiori e, soprattutto, quella rilassatezza di tutti i muscoli per cui, prendendoli in braccio, si lasciavano penzolare mollemente come le bambole di pezza dei bambini.
Parlò della cosa con un’allevatrice che abitava nelle vicinanze, tale Ann Baker ed insieme concertarono di iniziare una selezione di forte consanguineità , anche sulla base del fatto che i tre cuccioli erano assolutamente dissimili tra loro. Infatti è proprio da quei primi tre cuccioli di Josephine che nascono e si evolvono le tre varietà riconosciute nei Ragdoll: “mitted” e “colorpoint” dai due maschietti e “bicolore” dalla femmina.
Furono certamente la Pennel e la Baker ad alimentere, inizialmente, la leggenda secondo la quale le particolari caratteristiche di quei tre gattini erano dovute al trauma subito ed alle manipolazioni genetiche cui la povera Josephine sarebbe stata sottoposta , all’insaputa della proprietaria, durante il ricovero in clinica seguito all’investimento. Nacque persino la diceria che, in seguito a tali manipolazioni, i micetti ed i loro discendenti fossero insensibili al dolore, cosa, logicamente assurda quanto quella della possibile trasmissione genetica delle conseguenze di un…trauma!!!!!!! Probabilmente la verità, ancora oggi avvolta nel mistero, rivelerebbe semplicemente un’abilissimo, quanto fortunato lavoro di selezione, con probabili innesti di Persiani colorpoint e forse di Burmesi.
Sta di fatto che Ann Baker riuscì, nel giro di pochissimi anni, a fissare le caratteristiche delle sue“bambole di pezza” facendole conoscere ed apprezzare, tanto che ottenne, già nel 1965, negli
USA, l’omologazione della razza che, per sua scelta, si chiamò appunto“Ragdoll”
Sicuramente Ann Baker, oltre ad essere un’allevatrice esperta, doveva anche essere una scaltra donna d’affari se, in brevissimo tempo, riusci, con un “batage” pubblicitario capillare, a far conoscere i suoi Ragdoll in tutto il Paese ed a far si che se ne parlasse e se ne importassero alcuni esemplari anche in Europa e precisamente in Inghilterra, costringendo però tutti quelli che desideravano averne uno a far parte dell’IRCA, International Ragdoll,Cat Association, da lei stessa fondata nel 1971. Gli iscritti dovevano sottostare ad ogni sua decisione, sia in materia finanziaria che di allevamento, ma questo suo metodo fu presto contestato in modo assai duro, tanto che il Tribunale la obbligò a liberalizzare le vendite e l’allevamento.
Da allora, passando prima per Inghilterra e Francia, i Ragdoll conquistarono il cuore degli europei approdando in Italia, negli ormai lontani anni 80, per merito della Signora Florence Lombardi,da sempre socia ANFI, che ne iniziò l’allevamento diventato famoso con l’affisso “delle Bambole” e che ci ha gentilmente messo a disposizione le fotografie, qui pubblicate, dei suoi splendidi micioni. Questa è la storia della razza “Ragdoll” che, nello spazio di 50 anni, è stata riconosciuta in tutto il mondo, da tutte le Associazioni Feline.
Questa è la storia, ma “lui”, il Ragdoll, com’è.??????
Bello…..affettuoso….dolcissimo….tranquillo e….supermorbidoso!!!!!!!!
Bello, si, in tutte tre le varietà classiche: “mitted”, cioè guantato, “colourpoint” con le punte scure tipiche della livrea del Siamese antico, o “bicolore” con la caratteristica tendina sul musetto, bello per quei suoi incantevoli occhi di un blu limpido e intenso come quello dei laghetti alpini, bello per la sua corporatura massiccia e poderosa che lo pone perennemente in competizione con il Main Coon per il titolo di “Gigante dei Gatti”, ma che non gli impedisce di incedere leggero ed elegante, la lunga coda portata a pennacchio, quasi a rimarcare la ricchezza e la sericità della sua pelliccia.
Bello, ma non è certo la bellezza la sua dote principale, bensì la sua dolcissima indole
E’ commovente l’amore incondizionato per il suo “umano” nel quale ripone una totale fiducia, il suo abbandonarsi totalmente quando lo si prede in braccio, il suo fare pacifico e gentile con gli altri animali di casa e con i bambini. Inoltre, cosa che non guasta, non è miagoloso e non sa cosa voglia dire attaccare brighe con il gatto del vicino di casa…..lui, il gigante gentile, è un filosofo e un pacifista nato!!
Persino la sua toelettatura non presenta particolari difficoltà, dato che, a differenza del mantello degli altri “semilunghi” o “lunghi”, quello del Ragdoll, ha la particolarità di non fare nodi; Basterà quindi una buona spazzolata quotidiana a mantenere il suo aspetto affascinamte.
Ma allora, questo Ragdoll non ha neanche un difetto.?? Beh, forse uno ce l’ha, ma piccolo, piccolo…..pare sia un gran golosone ma a tanta dolcezza come si fa a non concedere, di tanto in tanto, un piccolo strappo alle regole?

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