Sacro di birmania

Un gatto vestito di luce

A cura di Annamaria Dogliotti

Ai canoni della moda non sfuggono nemmeno i gatti e oggi in testa alla classifica dei gatti più “in”, c’è sicuramente il Sacro di Birmania che per la sua leggiadra bellezza e forse anche per l’alone di magia e di mistero che circonda la sua origine, si è saldamente posizionato sul gradino più alto del podio.

Chissà se Sinh nel momento in cui offrì la sua vita per accogliere nel suo corpicino l’anima del suo morente signore e per volere della Dea si trasfigurò in quello che sarebbe stato il primo Sacro, ebbe anche visione della fortuna della sua progenie?

Ma chi era Sinh?  Lui, fra i cento gatti bianchi del Tempio di Lao Tsun in Birmania, era il prediletto di Mun Ha, il Gran Sacerdote.

Un giorno il tempio venne invaso da un branco di predoni che uccisero il Gran Sacerdote mentre era immerso in preghiera dinanzi alla statua d’oro della Dea  Tsun Kyan Kse dagli occhi di zaffiro e Sinh, che come sempre era accanto a lui, si accovacciò sul suo corpo quasi a proteggerlo e fissò il suo sguardo implorante negli occhi della Dea. Fu in quell’istante che avvenne la trasfigurazione: la sua candida pelliccia assunse una luminosa tonalità dorata, i suoi occhi gialli si tramutarono in lucenti zaffiri blu, mentre le orecchie, la coda e la mascherina sul musetto diventarono di un colore bruno, come la terra. Solo i piedini rimasero candidi a simboleggiare la purezza dell’anima di Mun Ha sul corpo del quale erano appoggiati.

Sinh rimase accucciato in profonda meditazione dinanzi alla statua della Dea per sette giorni, senza toccare cibo, quindi morì portando con se nell’aldilà l’anima di Mun Ha da lui tanto amato.In quel momento  si completò il miracolo: tutti i restanti novantanove gatti del Tempio assunsero la stessa livrea di Sinh e i loro occhi divennero zaffiri puri.

Così, secondo la leggenda, ha origine il Sacro di Birmania ma in realtà dobbiamo dire che si tratta di un gatto  francese. Furono infatti due allevatrici francesi che nei primi anni ’20 del secolo scorso ne iniziarono la selezione e nel 1926 all’Esposizione Internazionale Felina di Parigi presentarono una loro femmina, Poupée de Madalpour. Era la prima volta che un Sacro veniva presentato in un’Esposizione e fu subito un successo!!!  Purtroppo la Seconda Guerra Mondiale bloccò per anni selezione e successo, tanto che nel 1945 erano sopravvissuti solo due esemplari veramente puri e belli dai quali si riuscì lentamente a ripartire sino ad ottenere il riconoscimento ufficiale della razza solo nel 1966 da parte dell’Associazione Felina Inglese.

In Italia i primi due Sacri giunsero nel 1979 a Torino dalla Francia, per merito della Dott.Franca Gabriele che ne iniziò l’allevamento con l’affisso “del Valentino”, fondò l’A.Ga.Bi, primo Club di questa razza, nato  appunto per la difesa della stessa attraverso una selezione mirata e un giusto modo di allevare.

Da quel lontano 1979 il successo di questo gatto è andato via, via  crescendo sino a giungere ad una vera esplosione in questi ultimi anni e allora c’è da chiedersi se è davvero solo una questione di moda…. no di certo!! Il Sacro si è guadagnato la sua gloria grazie alla sua bellezza luminosa e splendente come come un raggio di sole e ai suoi favolosi occhi blu che affascinano chiunque vi ponga lo sguardo, ma è soprattutto il suo carattere equilibrato, giocoso, il suo essere affettuoso senza essere appiccicoso e il fatto che il suo serico mantello non ha la tendenza ad annodarsi e una semplice spazzolatura quotidiana è sufficiente a mantenerlo in ordine, che hanno contribuito a far si che sia così richiesto.

Oggi i Sacri di Birmania sono presenti con molte livree diverse: alla classica seal point, presumo la stessa del mitico Sinh, si sono via, via aggiunte il blu point, il cream point, il seal, il chocolat, il lilac, il red, il cream point per arrivare alle livree tortie, tabby, silver e persino silver, fawn, cinnamon o smoke!!!! Tutte  però vogliono occhi assolutamente blu, di un blu il più profondo e luminoso possibile, meglio ancora se blu/viola, mentre la guantatura deve essere perfetta:  nelle zampette anteriori  i guantini devono terminare  con un perfetto tratto orizzontale che non deve oltrepassare la piega del piedino e su quelle posteriori il bianco deve estendersi tra la metà e i due terzi della superficie del tallone  per terminare con una punta a forma di V rovesciata e, logicamente, il tutto deve essere perfettamente simmetrico su tutte le zampette!!!!!!!!

Tanta bellezza richiede un allevamento serio, accurato che pratichi una selezione accuratissima ed è quindi bene che chi si rivolge per la prima volta a questa razza si assicuri  sulla validità dell’allevamento presso il quale rivolgersi per acquistare un cucciolo, tenendo però presente che anche cuccioli con qualche piccola imperfezione che non permetterà loro di  aspirare ai titoli più alti del Campionato, diverranno comunque meravigliosi compagni che, ai loro amici umani, sapranno donare non solo la loro straripante bellezza, ma tutta la dolcezza, l’allegria e soprattutto la totale, identica devozione che Sinh tributava a Mu Ha.

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